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La Nutrizione e l’equilibrio dei sette Chakra



Solo quando le identità dei chakra inferiori sono stabili, è possibile giungere a quella universale, che le comprende tutte.
Sahasrara è il loto dai mille petali che non può raggiungere il Cielo senza avere le radici ben piantate a Terra.

Se partiamo dal presupposto che il cibo non serve solo per togliersi la fame, ma lo consideriamo un mezzo col quale riscoprire noi stessi regalandoci un momento di benessere, cucinare diventa un atto di consapevolezza, un gesto che, nel momento in cui si compie, racchiude in sé una serie infinita di significati, tradizioni, usi e tendenze; ma anche scelte legate al proprio vissuto.
Nel momento in cui decidiamo di preparare un pranzo o una cena, ci poniamo come davanti a un rito, portando l’attenzione sull’acqua, il sale, l’olio, le spezie e gli aromi. Ciò equivale a preparare lo Spazio Sacro prima di una meditazione: accendere le candeline, bruciare un incenso e ascoltare una musica rilassante.
Diventa, quindi, indispensabile abbracciare l’idea che stiamo mettendo in atto una ricerca personale per riconnetterci con la voce dell’anima, con il nostro Sé interiore, e per farlo dobbiamo distaccarci dall’abitudine di preparare i pasti mangiando frettolosamente un boccone per poi dedicarci ad altro.
Il nostro corpo fisico coesiste con quello spirituale, per cui possiamo definire il primo come microcosmo e il corpo spirituale come macrocosmo. Anche se all’interno del macrocosmo si muove il microcosmo, perché il corpo è delimitato rispetto allo spirito che non ha confini, ciò non significa che sia meno importante. Quindi, si potrebbe affermare che bisogna mangiare bene se volgiamo mantenere in salute il microcosmo ed ampliare sempre più il macrocosmo.
Questa riflessione ci porta a distinguere due diversi tipi di anatomia:
-           l’anatomia fisica, composta dagli organi con le relative funzioni, la cui energia è il prodotto dell’alimentazione e la sua unità di misura è la caloria;
-           l’anatomia sottile che, pur essendo invisibile, ha le stesse funzioni di quella fisica, ma al posto degli organi troviamo i Chakra, nei quali fluisce l’energia spirituale.
Non è alimentata solo dall’ingerimento del cibo, ma anche da pratiche, come ad esempio lo yoga e la meditazione; inoltre non ha un’unità di misura poiché i Chakra lavorano immettendo nel corpo fisico l’energia cosmica.
Il loro nutrimento è rappresentato dalle vibrazioni del cibo che aiutano a sviluppare la funzione dei singoli centri energetici. Tutto ciò che ci circonda emana delle vibrazioni, ma in questo caso specifico si tratta delle vibrazioni che derivano dalla forma, dal colore, dalla consistenza e dal profumo degli alimenti.
L’argomento è molto complesso e più esteso di quanto si possa sembrare in questo contesto, ma dovrebbe essere sufficientemente chiaro che il cibo svolge un ruolo importantissimo per nutrire il corpo fisico e quello energetico.
La via migliore per sfruttare al massimo le potenzialità di una sana alimentazione è la nutrizione integrativa, che include la salute fisica, emotiva, spirituale, mentale e sociale, con l’aiuto di tecniche energetiche intuitive, come il Reiki.
Con questa pratica, si possono localizzare e correggere gli squilibri del flusso di energia all’interno del corpo e scoprire quali alimenti siano adatti per trovare il giusto equilibrio tra il corpo fisico e quello spirituale. Questa tecnica si può considerare una porta per l’alimentazione spirituale.
Molti Maestri affrontano questo tema invitando gli allievi a seguire una dieta tendenzialmente vegana o vegetariana e, a tale proposito, Osho disse:

Io non insegno il vegetarianismo: è una conseguenza della meditazione. Ovunque sia accaduta la meditazione, le persone sono diventate vegetariane; sempre, da migliaia di anni.


La cromocucina


Il significato di “cromocucina” esprime un concetto molto importante per la scelta il cibo adatto a un Chakra in base alla vibrazione che emana il colore a cui è abbinato. Da ciò, si può intuire che per armonizzare la sua circolazione energetica, si devono scegliere gli alimenti in base al colore che simbolicamente corrisponde al Chakra in difficoltà.
Per memorizzare facilmente i colori dei sette Chakra, si può immaginare l’ordine con cui si forma l’arcobaleno, che inizia dal rosso (1°) e termina con il violetto (7°), in mezzo ai quali si trovano gli altri cinque.

Ecco i colori del nostro arcobaleno interiore:


Muladhara = rosso
Svadisthana = arancione
Manipura = giallo
Anahata = verde
Vishuddha =azzurro
Ajna = indaco
Sahasrara = violetto


Gli alimenti dei Chakra

1.      Chakra della radice (Muladhara)
Situato alla base della colonna vertebrale, è responsabile del corretto funzionamento delle ghiandole surrenali, del basso intestino e dell’ano e ci dà la sensazione di essere un tutt’uno con la Terra. Rappresenta la sicurezza, la stabilità e la fiducia in sé stessi. Il suo colore è il rosso.
Il suo squilibrio energetico può provocare problemi intestinali e circolatori, coliti nervose, artriti, spossatezza psicofisica ed emotiva fin dal mattino e instabilità emotiva verso l’ambiente o verso se stessi.
Per armonizzare l’energia di questo Chakra dovremo prediligere bietola rossa o da orto, carota, cicoria da radice, pastinaca, patata dolce, rapa, fagioli rossi, cavolo rosso, cipolla rossa, corbezzolo (pianta), peperone rosso, peperoncino rosso, pomodoro, radicchio rosso, ravanelli, bacche di rosa canina, fragole, anguria, ciliegie, mela rossa, melograno, ribes rosso, susine rosse, gamberi, bresaola, fegato, prosciutto crudo.
Questi cibi possiedono l’energia che stimola il radicamento.
2.     Chakra sacrale (Swadhisthana)
È responsabile della salute delle gonadi (ovaie per le donne, testicoli per gli uomini), delle difese immunitarie, dei reni e di tutti i processi in cui sono coinvolti i liquidi. Il suo colore è l’arancione.
Le sue funzioni principali sono le passioni, il desiderio, il piacere, la sessualità e la procreazione.
È in relazione all’elemento acqua e sovrintende alle emozioni, al desiderio sessuale e alla riproduzione, al bisogno di socializzare e di espandere la personalità.
Le qualità che lo caratterizzano sono la sensibilità e la creatività.
Quando è fuori equilibrio può causare problemi legati alla sessualità, alla prostata per gli uomini e ciclo mestruale doloroso per le donne.
Per equilibrare questo Chakra, sono adatti i cibi ricchi di minerali come noci, semi oleosi e alcuni frutti di mare, ricchi di grassi sani per sostenere il flusso dell’energia. Oltre a questi, sono importanti: arance, cachi, carote, clementine, lenticchie arancioni, mandarini, mango, melone, nespole, pesca, scalogno, zafferano, zucca, caviale arancione, salmone, trota salmonata, tuorlo d’uovo, paprica.
3.     Chakra del plesso solare (Manipura)
È chiamato anche “Chakra del fuoco” perché sovrintende alle principali funzioni dell’apparato digerente: fegato, stomaco, pancreas, milza, intestino. Il suo colore è il giallo.
Se gli organi non funzionano correttamente, possono manifestarsi disturbi clinici come diabete, ulcere, obesità, anoressia e bulimia, dette anche malattie dell’anima.
A livello mentale invece può far insorgere una eccessiva preoccupazione per il giudizio degli altri che, molto spesso, può influenzare l’autostima alimentando senso di vergogna, alti livelli di ansia e turbamento, fino alla depressione.
In armonia, è associato alla felicità, al buon umore, alla fiducia, all’intuizione e alla decisione. Favorisce l’attenzione, migliora la concentrazione e l’assimilazione nello studio, aiuta ad appropriarsi della consapevolezza di se stessi.
Questo centro energetico predilige succhi d’ananas, di pera, di mela, camomilla e limonata.
Tra gli alimenti più adatti ci sono: ananas, papaia, banana, pere, mele, cotogne, susine gialle, pesche gialle, albicocche, pompelmo, limone, ceci, cereali, fiori di zucca, mais, patate, senape, miele, zafferano.
Questi cibi sono i più ricchi di fibra solubile, che tende a formare nell’intestino una sorta di gel vischioso che ingloba sostanze tossiche e assorbe zuccheri, grassi e colesterolo in eccesso, modulando il loro assorbimento nella circolazione sanguigna
4.     Chakra del Cuore (Anahata)
È importantissimo perché è correlato al cuore e ai polmoni. Il suo colore è il verde.
È associato all’apertura poiché è situato tra i chakra inferiori e superiori, ma se è bloccato, potrebbero sorgere difficoltà ad aprire il Cuore all’Amore.
Agisce sul sistema linfatico, è rinfrescante e rilassante, favorisce la riflessione, la calma e la concentrazione. Simboleggia la speranza, l’equilibrio, la pace, il rinnovamento e contribuisce al benessere generale dell’organismo, armonizzandone le funzioni.
Se non è in equilibrio può dare origine a problemi molto seri al sistema cardiovascolare, come pressione alta, asma e tachicardia; mentre a livello mentale può insorgere eccessiva dipendenza nei confronti altrui o, al contrario, eccessivo distacco e diffidenza.
Per il Chakra del Cuore è molto importante tutta la gamma dei vegetali, in particolare le verdure a foglia verde, le piantine giovani e tenere di numerose specie di ortaggi, erbe aromatiche, piante spontanee e germogli (microgreens).
Inoltre, sono raccomandate bevande come tè verde e tisane alla melissa e al finocchio.
5.     Chakra della gola (Vishuddha)
È connesso alla spontaneità e capacità di dire la verità attraverso la voce. Controlla la tiroide, la bocca, le corde vocali, la lingua, le mani, la pelle e le orecchie.
La sua instabilità può provocare mal di gola, disturbi alla tiroide, anemie e allergie; problemi all’equilibrio e vertigini, nonché difficoltà di espressione e di ascolto, di incomprensione e incomunicabilità con il mondo esterno.
Il suo colore è l’azzurro: un colore calmante e rinfrescante che favorisce l’immaginazione creativa, la concentrazione e la lucidità mentale, ossigena i tessuti e riduce il dolore.
Non è facile trovare cibi azzurri, quindi si può aiutare questo Chakra a riequilibrare la sua energia principalmente tramite i liquidi, come l’acqua, i succhi di frutta e le tisane, utili per calmare e rinvigorire la gola.
Si può aiutare questo Chakra con le alghe che, sebbene di difficile utilizzo nella nostra cucina, sono ricche di iodio, molto importante per il buon funzionamento della tiroide, ma soprattutto per chi segue una dieta vegana o vegetariana, è molto utile il loro apporto di proteine, minerali e altri nutrienti. Nell’alimentazione che influisce su questo Chakra vanno privilegiati alimenti come prugne, prugnole, borragine, pesce azzurro e tutti quelli privi di additivi chimici.
6.     Chakra del terzo occhio (Ajna)
In sanscrito, Ajna significa percepire, comando o oltre la saggezza perché dal suo centro hanno origine le nostre idee, i presagi e l’intuito. È correlato alla ghiandola pineale o epifisi, che è localizzata nell’area frontale tra le sopracciglia. Il suo colore è l’indaco, un colore tra il blu e il viola.
L’elemento che rappresenta questo Chakra è la Luce, che ci permette di conoscere e interagire con il mondo interno ed esterno a noi, senza essere condizionati da desideri o bisogni momentanei.
Governa gli occhi, l’ipofisi, il sistema ormonale e il sistema nervoso centrale (cervello e midollo spinale).
Se è ben equilibrato ne beneficiano la concentrazione, la lucidità mentale, l’intuizione e, grazie alla sua profonda armonia, ha la capacità di immaginare e dar vita a concetti visivi nella nostra mente.
Il sesto Chakra ci fa vivere con chiarezza e senza alcuna distorsione l’essere “qui e ora”, e ci aiuta a elaborare idee, opinioni, discussioni e giudizi con spirito critico e razionale.
Se la sua energia è disarmonica, possono insorgere emicrania e problemi alla vista, ansia e incubi notturni. Inoltre si può provare la spiacevole tensione dell’incoerenza, il distacco dalla realtà, ma anche troppo attaccamento alla materialità, come se la materia si contrapponesse alla spiritualità.
È utile far entrare nell’alimentazione di questo Chakra anche cibi blu-violacei. Tuttavia, anche per questo Chakra non è facile trovare cibi che rappresentino il suo colore.
Per stimolare l’energia mentale (attività del pensiero) possiamo utilizzare caffè, tè, cioccolato, ginepro e rosmarino. Inoltre, influiscono positivamente su questo Chakra: uva, frutti di bosco, cavolo nero, melanzane, riso nero, caviale pesce, formaggi blu come il gorgonzola e il roquefort, liquirizia, ginepro e fiordaliso.
7.     Chakra della corona (Sahasrara)
Il suo colore è il viola. Si trova sulla sommità della testa ed è connesso al nostro Sé Superiore, all’anima e al progetto di vita.
È legato alla ghiandola pituitaria (ipofisi) che è importantissima perché regola il funzionamento di tutte le altre ghiandole endocrine e favorisce la capacità di pensare strategicamente, valutando le azioni in prospettiva.
In senso spirituale attiva la comunione con il Divino; mentre in senso individuale ci guida in un viaggio personale, profondo, alla scoperta di noi stessi.
Se la sua energia è disarmonica, può provocare l’insorgere di pensieri negativi, pigrizia e disinteresse generale, ma soprattutto perdiamo la capacità dell’autoascolto, grazie al quale possiamo ascoltare la coscienza per coltivare pensieri, parole e azioni virtuose che rendono felici noi e chi ci sta vicino. Perdiamo anche la cultura dell’autoaiuto, cioè la ricerca interiore per affrontare e ritrovare da soli un buon equilibrio psicofisico.
In generale, lo stile di alimentazione che adottiamo è intimamente connesso al nostro benessere, quindi non possiamo aspirare a un buon equilibrio psicofisico e spirituale, se il cibo che assumiamo non è adeguato all’obiettivo di raggiungere le dimensioni invisibili.
L’energia del 7° Chakra rappresenta una connessione con la spiritualità, quindi non trae beneficio direttamente dall’assunzione del cibo, e i Maestri suggeriscono spesso di praticare un breve periodo di digiuno nei giorni che vogliamo dedicare alla purificazione dei Chakra e in particolare del settimo.
Gli alimenti che influiscono positivamente su questo centro energetico sono: more, fichi neri, barbabietola rossa, melanzane, carciofo viola, more, olive taggiasche, ciliege nere, prugne viola, funghi, salvia, lavanda e mirra.
Sono altamente raccomandati i cibi biofotonici (che contengono energia luminosa) come, ad esempio, i cibi crudi.
Tecnicamente i biofotoni sono particelle elementari o “quanti” di luce di origine non termica, nello spettro del visibile e dell’ultravioletto, emessi da un sistema biologico. Sono generalmente ritenuti prodotti risultanti dal metabolismo energetico all’interno delle cellule, o più formalmente come sottoprodotto di reazioni biochimiche quando le molecole vengono coinvolte da processi bioenergetici.








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