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La sessione di Reiki e la consapevolezza intuitiva
L’intuizione è definita dalla Treccani “Conoscenza diretta e immediata di una verità, che si manifesta allo spirito senza l’uso del ragionamento”, come fosse una facoltà straordinaria che va oltre i limiti delle capacità umane.
Pertanto, si potrebbe considerare la consapevolezza intuitiva come una tecnica che ci guida alla flessibilità, una qualità essenziale perché un semplice cambio di programma non sconvolga le nostre giornate e il nostro benessere.
Si racconta che Micao Usui, durante le sessioni di Reiki con i suoi clienti, usava anche l’intuizione e invitava gli allievi a farsi aiutare da questo prezioso superpotere, oggi riconosciuto dagli psicologi come “intelligenza intuitiva”.
In tutti noi è presente un’energia, una forza vitale, che dobbiamo solamente risvegliare e riportare in superficie. Per alcune persone questa consapevolezza è vissuta dalla nascita mentre, per altri, si sviluppa attraverso percorsi che ci aiutano a riscoprire la vitalità e la sensibilità naturale.
Durante una sessione di Reiki, sia in presenza che a distanza, alcuni operatori hanno potuto constatare che stavano ricevendo dal proprio Io interiore “messaggi canalizzati” provenienti dal sistema energetico del loro paziente. Ciò avviene quando la mente sfocia nella Coscienza e ci aiuta a selezionare e orientare l’energia dei simboli Reiki durante la sessione, oltre a fornire suggerimenti specifici sotto forma di messaggi da condividere con il paziente stesso.
In questi casi, i messaggi che riceviamo possono riguardare blocchi e squilibri energetici con consigli per evitarli in futuro, oppure suggerimenti su come cambiare prospettiva per osservare la realtà da un diverso punto di vista, ma anche per aprirsi ad altri mondi e allargare i propri orizzonti.


Secondo la scienza moderna, la ghiandola pineale, situata nell’area del cervello vicina alla congiunzione delle sopracciglia e in corrispondenza del Terzo Occhio, produce il pensiero intuitivo. È una sua misteriosa, affascinante e imprevedibile manifestazione che, spaziando tra le emozioni e l’intelletto, ci aiuta a comprendere ciò che viviamo nel momento presente (qui e ora) con immediatezza, senza l’intervento dei sentimenti o della ragione.
Non impiega alcun linguaggio verbale, ma si fonda sulla base di circostanze e sensazioni per cui, molto spesso, va contro ciò che definiamo “ragionevole”. Si tratta, quindi, di un linguaggio intuitivo, che non è controllato dalla volontà, ma si manifesta come una specie di “ispirazione”.
Sappiamo che un trattamento di Reiki induce il paziente a rilassarsi, anche profondamente quando si sente in un ambiente sicuro e protetto e, quindi, più aperto a riceverne i benefici. In tal caso, l’operatore potrà lasciarsi andare più facilmente per allinearsi con il paziente e connettersi con le energie sottili delle proprie Guide Spirituali.
Tra le varie esperienze che si possono vivere attraverso la connessione con queste energie sottili, c’è anche l’approccio al linguaggio intuitivo, come veicolo per avvicinarsi al linguaggio non verbale dell’Amore in tutte le sue possibili manifestazioni. In questo modo, la sessione si arricchisce di sensazioni e intuizioni che riempiono lo Spazio Sacro in cui si svolge, dando vita a un dialogo costante, ricco di informazioni finalizzate a ripristinare l’equilibrio alterato da un fluire disarmonico dell’energia vitale.
La sessione di Reiki
Per cominciare, dobbiamo creare il nostro Spazio Sacro e, per farlo, procediamo così:
Accendiamo una candela, un incenso, mettiamo della musica per meditare (generalmente quella a 432 hertz), tracciamo i simboli che conosciamo e chiediamo alle nostre Guide Reiki e Spirituali, oltre a quelle del paziente, di partecipare alla sessione”.
Per rilassarci guidiamo il paziente in questa meditazione sul respiro.
Mettiamoci comodi e facciamo alcune respirazioni profonde; quindi chiudiamo gli occhi, ascoltando l’aria che entra ed esce dalle narici.
Possiamo immaginarla colorata o che segue il ritmo delle onde marine, oppure associarla a delle sensazioni piacevoli come del tepore, un leggero e piacevole contatto, ecc.
Appena la respirazione si fa regolare, suggeriamo al paziente di liberarsi da qualsiasi pensiero e nel silenzio interiore iniziamo a visualizzare e a percepire ciò che l’Universo ci invia per comunicare: stiamo attivando la “connessione intuitiva”.
Quindi, ci avviciniamo al paziente già disteso sul lettino e, dopo la Centratura, procediamo con una sessione completa di Reiki in base al livello di conoscenza raggiunto.
Alla fine, ringraziamo tutte le Guide che abbiamo chiamato a noi e quelle del paziente per averci assistito. Chiediamo alle nostre di rimanere per continuare la sessione con la connessione intuitiva, durante la quale riceveremo i messaggi utili per dare delle risposte alle domande del paziente, ma solo se lo riterremo opportuno e se ci saranno le condizioni per farlo.
Appena avvertiamo che la connessione con le Guide si sta dissipando o quando non percepiamo ulteriori messaggi, le ringraziamo e chiudiamo la sessione con Ketsueki Kokan Hō, che significa “Metodo per la circolazione del sangue”
https://www.youtube.com/watch?v=-tx8L7obaZw
Terminiamo la seduta con una conversazione sull’esperienza vissuta dal paziente e facciamo in modo che possa utilizzare al meglio le informazioni acquisite per il suo percorso di vita.
Alcune raccomandazioni.
La prima volta che farete una sessione di Reiki in questo modo, i pazienti vi confideranno di avere la sensazione di essere avvolti da una insolita, invitante e protettiva nuova energia. Quindi, prima di iniziare la sessione con la connessione intuitiva, chiedete loro se desiderano conoscere gli eventuali messaggi che potreste ricevere dalle Guide Spirituali, anche perché non tutti accetteranno di ascoltarli per vari motivi personali, culturali, religiosi, ecc.
Potreste ricevere, ad esempio, informazioni sulla storia della loro anima, sui problemi che causano squilibri, sulle abitudini personali, le aspettative e i veri motivi che hanno condotto il paziente da voi.
Prestate sempre attenzione alla qualità della vostra energia e a quella che si diffonde nella stanza, concentrandovi anche sul Terzo Occhio, che dovrà rimanere connesso per ricevere i messaggi dalle vostre Guide Spirituali.
La parte più difficile è di dare un senso alle informazioni e ai messaggi che talvolta arrivano alla rinfusa, come fossero un puzzle da rimettere in ordine, per poi trasmetterli in modo corretto alla fine del trattamento.
Nel frattempo, cercate di mantenere la connessione intuitiva per conversare contemporaneamente sia con il paziente che con le vostre Guide, ma senza disturbare lo stato di quiete e rilassamento acquisito.
Durante la sessione, l’energia Reiki ha il ruolo di sostenere i confini energetici dello Spazio Sacro, facilitando una connessione rapida e limpida con le Guide fino alla fine; mentre sarà l’Operatore a guidare le varie fonti di energia che entrano nello Spazio Sacro in cui si svolge la sessione mista di Reiki e consapevolezza intuitiva.

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